Ti è mai capitato di trovarti in una situazione a te sconosciuta, magari anche desiderata e programmata, ma in cui la preoccupazione ti rendeva titubante di intraprendere ogni piccolo passo successivo?
La più recente che mi viene in mente a titolo personale è rappresentata dal percorso di diversi mesi che ho affrontato per scrivere il mio primo libro e seguirne la pubblicazione: a proposito è settimana prossima!
Ma penso anche ai tanti colleghi che ho visto in difficoltà di fronte all’acquisto della prima casa, oppure agli startupper con cui ho collaborato o che ho avuto il piacere di incontrare e osservare durante vari processi di accelerazione.
Il mix tra aspetti legali, prassi consolidate, finanza e burocrazia, può generare cocktail esplosivi, in grado di stressare le persone per mesi finché la situazione non giunge a chiarezza.
E ci hai mai fatto caso che è particolarmente stressante “la prima volta” ma – se capita di dover ripetere l’esperienza – la si affronta con tutt’altro approccio.
Allo stesso modo, ci si sente sollevati a parlarne con altri che hanno già affrontato quella difficoltà.
Pensa sempre all’esempio del mutuo per l’acquisto di un immobile. I colleghi che ad un certo punto iniziavano a farsi delle domande per capire meglio il funzionamento degli aspetti formali e fiscali, spesso si trovavano a parlarne alla macchinetta del caffè, e lì gli altri colleghi che avevano già passato la trafila, raccontavano la loro esperienza. Magari la persona più esperta di aspetti contabili e fiscali spiegava in dettaglio alcune questioni formali, o venivano chieste informazioni alle persone più avvezze ad occuparsi di finanza. Ma al di là degli “specialisti”, tutti quelli che avevano già affrontato il passaggio erano felici di condividere come avevano affrontato un aspetto particolare, che intoppi avevano avuto (le raccomandazioni non finivano mai!) o si offrivano di condividere contatti di professionisti (notai, imprese di ristrutturazione etc) con cui si erano trovati particolarmente bene.
Ecco: quella che si veniva a creare era sostanzialmente una dinamica spontanea di “supporto all’interno di una cerchia di pari”. Oggi spesso viene usato il termine di Mastermind.
Condividere esperienze, lezioni apprese, errori fatti tra persone che hanno le stesse difficoltà o gli stessi obiettivi è uno dei modi più pragmatici e produttivi per affrontare nuove sfide e progetti. Ergersi sul piedistallo ed isolarsi da altre persone che stanno cercando di fare ciò che vuoi far tu è controproducente e nel medio periodo difficilmente paga.
Jim Rohn, uno dei più famosi autori motivazionali americani, ha detto una frase che sicuramente ti sarà già capitato di sentire: “Tu sei la media delle 5 persone che frequenti di più”. L’influenza delle persone con cui trascorriamo più tempo, o che consideri come le più importanti, è determinante.
All’inizio degli anni Novanta anche un neuroscienziato italiano (Giacomo Rizzolati) teorizzò i cosiddetti neuroni a specchio, ossia neuroni che si attivano di fronte ad una persona che compie dei gesti. Non si attivano cioè quando TU compi un gesto o quando cerchi di imitarlo, ma quando un altro si muove e tu stesso registri la sua azione e come la fa. Neuroni che si muovono nel cervello di chi guarda e permettono quindi di capire istantaneamente cosa l’altro sta facendo, senza doverci riflettere attivamente.
Ora, probabilmente ciò che sto per dire non è supportato dallo stesso rigore scientifico, tuttavia prova ad immaginare tu stesso: se frequenti solo persone abituate a lamentarsi, se tutto il contesto che ti circonda non è propenso al cambiamento, la sensazione naturale che proverai sarà di insoddisfazione e di mancanza di opportunità. Se tutte le persone che ti circondano sono in situazioni di scarsa disponibilità finanziaria, sarà difficile che possano darti buoni consigli su come far soldi o su come investirli. Se tutte le persone con cui mangi a colazione, pranzo e cena, sono pesantemente sovrappeso e ritengono il cibo e la cucina uno dei piaceri della vita, sarà difficile che tu possa rimaner ancorato ai dettami di una dieta rigida.
Quindi? Cosa dovresti fare? Rinnegare le persone per te più care, in onore di un tuo obiettivo o risultato?
Deluderli, chiedendo informazioni ad altri che non possono avere a cuore il tuo benessere quanto loro?
Non è un caso se negli ultimi anni quello della “cerchia dei pari” sta diventando la formula virale all’interno dei percorsi di formazione e di crescita personale. Infatti, è proprio grazie a queste riunioni tra persone che condividono obiettivi, visioni future o bisogni simili, che si riesce a creare quella scintilla irripetibile che fa la differenza anche nella fidelizzazione futura di una persona rispetto ad un certo percorso. Le persone, in quello specifico contesto, sono particolarmente propense a confrontarsi attivamente e a condividere le difficoltà che stanno affrontando, dando reale significato e sostanza a quello che un corso può offrire solo in modo teorico.
La prima volta che ne ho sentito parlare mi è venuta in mente l’immagine delle riunioni degli alcolisti anonimi che si vedono di solito nei film americani. Poi ho iniziato a pensare ad una serie di eventi che organizzavamo in Neomobile, la mia iniziativa imprenditoriale di maggior successo, e ho iniziato a capire l’essenza del punto.
All’epoca organizzavamo due volte l’anno degli eventi che chiamavamo “business review”. In primavera e autunno aggregavamo tutti i country manager delle filiali che avevamo in giro per il mondo e tutti i responsabili di funzione che collaboravano con loro: il responsabile del IT, del marketing, dello sviluppo prodotti, del personale, del finance eccetera, e ci chiudevamo per un giorno intero a condividere esperienze e informazioni. Non era una carrellata di risultati economici o proiezioni di sviluppo, ma di esperienze e di soluzioni che erano state adottate, o che erano in fase di implementazione, per risolvere intoppi che si erano creati in modo imprevisto. Strategie di chi lavorava in Brasile che facevano svoltare l’approccio a chi gestiva la Francia, responsabili di prodotto che dialogavano apertamente con quelli dell’IT e del marketing. Erano momenti veramente intensi.
E più ci penso, più mi ricordo che ogni evento rappresentava un momento unico e a sé. Se anche l’organizzazione della primavera 2015 era impostata come quella del precedente autunno 2014, ciò che ne usciva era radicalmente diverso. Cambiavano le persone, le situazioni, le dinamiche.
Ecco: il concetto di mastermind è un po’ questo. Una squadra di persone che normalmente non lavora assieme quotidianamente, ma che è disposto a condividere le proprie problematiche e mettersi in gioco per scoprire cose nuove da poter applicare nella propria vita fin dal primo giorno successivo. Non è teoria fine a sé stessa ma esperienze reali di vita e consigli di supporto reciproco.
Per i miei percorsi non ho ancora creato un Mastermind, anche se ne vedo l’incredibile potenziale e già durante i webinar che ho tenuto nei mesi scorsi, ho visto il valore che questo può rappresentare per chi desidera creare la propria impresa digitale.
Se tu fossi tra quelli, ti piacerebbe poter condividere la tua esperienza con altri?
Seguimi sui miei canali social e fammi sapere che ne pensi e se ancora non l’hai fatto, iscriviti cliccando qui per ricevere una copia digitale gratuita del mio libro. Ti aspetto.
Claudio Rossi – Imprenditore e Business Coach