Ormai siamo in piena estate e presto ci concentreremo solo sulle letture da fare sotto l’ombrellone. Quindi ti invito per un attimo a pensare ad un romanzo che ti è piaciuto molto, o ad un film o serie TV.
Immagina di essere circa a metà e, anziché proseguire ripartendo da dov’eri arrivato ieri, immagina di tornare indietro e rileggere il precedente capitolo, o di rivedere l’ultima puntata. Probabilmente, se lo fai una volta, potresti notare qualche particolare che prima ti erano sfuggito, potrebbe essere quasi piacevole scoprire nuove sfumature della storia o del personaggio.
Ora immagina di farlo e rifarlo ogni giorno, per mesi, magari per anni.
Anziché andare avanti a leggere come evolve la storia, tornare indietro e rileggere sempre e solo i capitoli già letti. Invece che scrollare sulla lista della tua pay-per-view preferita, rivedere sempre quei 2 – 3 film…
Questo è il paradosso che vive chi rimane ancorato a pensieri e situazioni fisse.
Magari il film è veramente bello e te lo vuoi rivedere 20 volte di fila (chi ha o ha avuto figli piccoli, sa che si può continuare per mesi). Va bene, te lo godi, te lo impari a memoria, ma ad un certo punto – per quanto sia bello e per quanto ti sia piaciuto – vorrai vedere qualcosa di nuovo!
Oppure potrebbe essere che quel capitolo o quel film nemmeno ti siano piaciuti granché, magari ti hanno anche fatto sentire incapace o ti hanno annoiato. Allora perché continuare a rimanere bloccati su quella traccia invece di provare a guardare avanti?
Cosa intendo per cicli della vita
Ti sarai accorto che in natura la maggior parte degli eventi sono ciclici: giorno e notte, luce e buio, caldo e freddo. Inverno ed estate. Felicità e infelicità. Mercati toro e orso. Polo positivo e polo negativo e così via.
Ecco, l’idea che possa esistere la continuità perpetua di una specifica situazione è una vera e propria illusione. Tutto è in continuo mutamento e il mutamento esiste in funzione dell’alternarsi delle situazioni. Se non esistesse il buio non potremmo definire la luce. Se non esistesse l’infelicità non potremmo riconoscere la felicità, se non esistesse il freddo non potremmo riconoscere e descrivere il caldo. Non è possibile essere sempre felici o sempre fortunati. È proprio l’esistenza dei due opposti che fornisce alla mente umana gli strumenti e gli estremi per giudicare la realtà: percepiamo e giudichiamo per contrasto.
Così anche quello che ci capita nella vita ci aiuta a definire ciò che siamo, ciò che percepiamo e ciò che conosciamo. In ogni situazione e in ogni momento esisteranno dei picchi positivi e negativi che disegneranno una tendenza di lungo periodo, alternando momenti di crescita, successo e prosperità, ad altri di insuccesso e trasformazione.
Rimanere aggrappati alle proprie posizioni e opporre resistenza, rifiutarsi di seguire il flusso della vita è un po’ come continuare a guardare sempre la stessa puntata di una serie.
E c’è di più. Il fatto che un ciclo ascendente sia positivo, mentre uno discendente sia negativo, è un giudizio che dà la mente, senza che questo abbia alcun effetto sostanziale su ciò che ti sta accadendo.
Ognuno di noi affronta i momenti di gioia o di delusione a modo proprio.
Chi ha troppo lavoro magari si lamenta dello stress e di non avere tempo per se stesso; chi non ce l’ha lo guarda incredulo e magari invidioso perché vorrebbe trovarsi in quella situazione.
Anche l’energia fisica è soggetta a cicli: ci sono momenti di energia alta e altri in cui è normale sentirsi più affaticati. E, ancora più spesso, ci sono momenti in cui tutto sembra immobile, momenti in cui senti che non stai andando da nessuna parte o non stai ottenendo nulla.
Come fare quindi a migliorare il proprio benessere e vivere più felici?
Beh, il primo passo è proprio accettare le situazioni, nella consapevolezza che tutto – soprattutto i cicli negativi – prima o poi avranno fine.
Quanto più riesci a maturare questa tranquillità, tanto più riuscirai a focalizzarti sui tuoi obiettivi di più lungo termine. E bada bene, con questo non intendo dire che puoi defocalizzarti dalla tua quotidianità, sperando nella classica vincita alla lotteria che “un domani” ti garantirà la svolta nella vita.
Proprio il contrario!
Se tu hai chiaro in mente che “nel lungo periodo” le cose andranno bene, sarai più predisposto a vivere momentanei rallentamenti come intoppi di percorso.
Se punti a perdere 20 chili e il tuo medico ti ha detto che – per farlo in modo equilibrato – devi mettere in conto 8-10 mesi, accettandolo vivrai il percorso con molta più serenità. Il giorno che ti concederai uno sgarro dalla dieta in un’occasione speciale, o salterai il tuo appuntamento sportivo perché sentirai il bisogno di fermarti un giorno, non inciderà in alcun modo sul tuo percorso.
Tutto, perfetto e subito, semplicemente non è possibile. E se anche arrivasse una botta di fortuna – durerebbe comunque poco.
Il problema è che spesso tendiamo a identificarci con la nostra mente e, anziché analizzare le cose in modo oggettivo, scegliamo di giustificare le nostre azioni sbagliate in maniera del tutto emotiva e irrazionale.
Se sei sovrappeso e sgarri la dieta, la mente tenderà a portare a galla la versione fallimentare e debole di te stesso, quella che nel tempo ha fatto sì che ti concedessi ai peccati di gola e alla pigrizia fisica, o magari la versione vittimistica che circoscrive la situazione ad un problema genetico di costituzione fisica o a qualche malfunzionamento tiroideo eccetera.
Quella vocina interiore tenderà ad innescare un ciclo negativo e depressivo, che ti porterà inconsciamente a rifare gli stessi errori, a vivere la versione di te che non ti soddisfa.
Se invece hai la forza di concentrarti sulle piccole vittorie quotidiane e mantenere lo sguardo fisso all’orizzonte, allora innescherai un ciclo positivo.
Sempre rimanendo nell’esempio: se di fronte alla fetta di torta “fuori programma”, il giorno dopo reagirai tornando nei ranghi di quella che era la tua dieta prevista (senza punirti con l’insalata scondita o altre privazioni), se circoscriverai l’episodio a un momento – magari ad una scelta dovuta alla circostanza e al fatto che per te era più importante “partecipare ad una festa” piuttosto che rimanere sul percorso in modo rigido, se nella tua testa contrasterai la vocina che vorrebbe farti fallire, dicendoti – convincendoti – che stavolta è diverso perché hai deciso di farcela, allora anche la tua mente capirà. E pian piano metterà in atto le strategie necessarie a supportarti per la riuscita del tuo progetto.
Personalmente, quando ripenso alle montagne russe che ho affrontato sia a livello personale, sia nella mia carriera professionale, sono piuttosto grato di avere avuto il coraggio e l’opportunità di vivere tante esperienze, da cui ho tratto altrettante lezioni di vita.
Per quanto riguarda la ciclicità dell’esistenza riepilogherei quindi come segue.
Se vuoi vivere felice, accetta la ciclicità della vita:
- Non fissarti sui momenti di felicità cercando di congelarli all’infinito: goditeli ma non aver paura di passare oltre.
- Focalizzati ancora di meno sui periodi negativi: è normale che ci siano fasi di rallentamento o insuccesso, in quei momenti sforzati di avere pazienza e di immaginare prospettive migliori.
- Sfrutta i momenti positivi per consolidare la fiducia in te, godere della sensazione di vittoria e progettare ulteriori sfide.
- Sfrutta i momenti più negativi per analizzare tuoi errori e ciò che ti è accaduto, tanto più se imprevedibile e inevitabile, per capire se in futuro potrai fare meglio e, in caso, come.
Ma soprattutto ricorda: è inutile preoccuparsi troppo di ciò che è stato o di ciò che sarà.
“Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono. Per questo si chiama presente”.
(E non so se l’ha detto prima Deepak Chopra o il Maestro Oogway di Kung fu Panda!)
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Claudio Rossi – Imprenditore e Business Coach