Se ti sei allineato al calendario tipico delle vacanze italiane, tra pochi giorni suonerà la campanella del rientro.
Sei pronto a ricominciare con la tua routine?
In generale settembre è un po’ un secondo Capodanno. Rilassati dalle vacanze, si tende a vedere i mesi che ci separano dalla fine dell’anno con uno spirito ottimista e una rinnovata progettualità. Forse questo approccio è un retaggio dei cicli scolastici che tutti abbiamo vissuto.
A settembre inizia il nuovo anno accademico, quindi quale momento migliore per soffermarsi un attimo su ciò che ti aspetta e su ciò che vorresti vivere nei prossimi mesi?
Sarà un retaggio delle esperienze aziendali che ho vissuto come imprenditore, o una deformazione che ho sviluppato investendo in numerose startup, ma una dei concetti che trovo più forti a livello di ispirazione e motivazione, è quello di avere uno scopo chiaro e definito.
Nelle aziende di solito si declina tra vision e mission, cioè distinguendo tra idea o sogno prospettico e il modo in cui declinarlo attraverso l’attività d’impresa. Ancora più forte secondo me, soprattutto a livello personale, è il concetto di purpose. La traduzione letterale di questo termine è “scopo”, ossia “ragione per cui qualcosa esiste”.
Quando si inizia a parlare di “purpose” potrebbe venire in mente un concetto più astratto e difficile da declinare, che è quello di “scopo della vita”. L’idea che ognuno di noi sia nato per uno scopo più alto, che abbia dei talenti unici e che sia la sua missione cosmica trovarlo è un po’ troppo generico per quanto mi riguarda.
La verità è che siamo su questa terra per un periodo di tempo indeterminato, durante il quale facciamo delle cose. Alcune di queste cose sono importanti, altre lo sono meno.
Le cose che definiamo importanti danno significato e felicità alla nostra vita. Quelle poco importanti, fondamentalmente ammazzano il tempo.
Quindi, quando le persone si chiedono: “Qual è lo scopo della mia vita?” ciò su cui dovrebbero effettivamente riflettere è:
“Cosa posso fare di importante con il tempo che ho a disposizione?”
In questo modo si può provare ad essere ben più concreti e immediati, no?
Quindi: cosa puoi fare di importante da qui ai prossimi 3 o 6 mesi?
Io ho deciso che voglio aiutare le persone che hanno delle competenze o delle passioni e che vogliono trasformarle in un’impresa digitale, a realizzare il loro sogno, supportandoli nella creazione di tutto quello che è il percorso strategico, la selezione degli strumenti e il processo di implementazione necessario per poterlo fare.
La mia scelta è maturata dopo un lungo periodo di tentativi e sperimentazioni, non è stato un processo semplice.
Se mi segui sai che ho fondato la mia prima azienda oltre 15 anni fa (senza considerare i miei esperimenti da studente) e che Neomobile è stata un’esperienza coinvolgente e totalizzante per una decina d’anni. Sono fiero di ciò che siamo riusciti a fare con i miei co-founder e soprattutto del vivaio di talenti cui abbiamo dato origine. Lo scopo che ci eravamo prefissi, al di là dei risultati economici e al business plan, era quello di offrire esperienze di “mobile entertainment” e di creare un’azienda che stimolasse i dipendenti e tutti i nostri interlocutori all’apprendimento continuo, alla sperimentazione, e soprattutto a “deliziare il cliente finale con un semplice click”. La purpose è stata per noi la stella polare di tante scelte fatte negli anni successivi, soprattutto di quelle più difficili.
Memore dell’importanza che aveva avuto per me il poter far riferimento ad uno scopo chiaro, semplice e preciso, dopo aver lasciato l’azienda ho iniziato a sperimentare e pormi delle domande.
Sei curioso di sapere quali?
Eccole qui di seguito.
- Che tipo di rospi sei pronto ad ingoiare?
La mia vita era un alternarsi di giorni di lavoro interminabili e trasferte all’estero, di negoziazioni estenuanti con operatori telefonici o merchant che volevano avvalersi della nostra tecnologia tenendo il prezzo del servizio il più basso possibile. Nel frattempo, mi ero anche sposato ed era nata mia figlia.
In tutti i lavori e in tutti gli aspetti della vita ci sono delle cose che entusiasmano e altre che probabilmente annoiano a morte. Tutto implica sacrificio. Qualsiasi attività uno sogni, include qualche costo diretto o indiretto. Niente è sempre piacevole o edificante. Quindi, la domanda diventa: quale lotta o sacrificio sei disposto a tollerare? In definitiva, ciò che determina la nostra capacità di restare fedeli a qualcosa a cui teniamo è la nostra capacità di gestire i momenti difficili e superare gli inevitabili giorni tossici.
Riflettendo su quali erano le mie competenze principali – il digital marketing, l’innovazione, il mindset imprenditoriale e l’innata curiosità e apertura a persone nuove e alla collaborazione in ambiti anche più distanti dalla mia storia personale, ho capito che ero disposto a rimettermi in gioco completamente e imparare a svolgere attività che non avevo mai fatto – come quelle di personal branding, di produzione di contenuti o di organizzazione di eventi. In quel momento della mia vita per me era più importante essere presente come marito e padre e soprattutto trarre un senso di realizzazione dal poter avere degli scambi continui e reciproci con persone nuove ed intraprendenti.
2. Cos’è in grado di risvegliare in te quello che eri da bambino di 8 anni?
Fin dai primi anni di scuola ci viene insegnato che l’unica ragione per fare qualcosa è quella di ricevere una ricompensa. Se studi prendi un bel voto, se vai bene a scuola ti regalano la bicicletta. Crescendo le ricompense cambiano perché cambiano ovviamente le esigenze, ma questo continuo incanalare e omologare soffoca la creatività, le passioni e spesso può far sentire persi o bloccati.
Io fin da piccolo amavo giocare a Monopoly o ad un altro gioco simile che si chiamava Hotel, oppure ero quello che tirava su il mercatino dei fumetti usati per venderli ad altri bambini del quartiere, oppure trovavo il modo di barattare qualcosa che non usavo più per riuscire a ottenere qualcos’altro in cambio. Io so che da bambino e poi da studente ho sempre avuto l’indole parallela di “fare impresa” e, anche se subito dopo la laurea ho iniziato come lavoratore dipendente, il mio sogno è sempre stato quello di realizzare un’azienda mia.
Dall’incredibile valore che ho tratto, proprio da quell’esperienza, ho capito che sarei diventato un imprenditore seriale.
3. Cosa ti fa dimenticare di mangiare o riesce a tenerti sveglio la notte?
Ti è mai capitata una situazione in cui eri così preso da qualcosa, che i minuti si sono trasformati in ore e ad un certo punto ti sei detto: “Caspita sono le dieci di sera e ho dimenticato di cenare”.
A me succedeva soprattutto nelle fasi iniziali di lancio dei nuovi progetti. Sia con Neomobile ma anche ancor prima come dipendente quando ho lanciato il canale viaggi di Ciaoweb, uno dei primi portali italiani di servizi online, nei primi anni 2000.
E ancora oggi mi trovo a smanettare sui social e a scoprire trend, metodologie di business, persone e aziende che riescono a stupirmi tutti i giorni.
La capacità di innovare e di comunicare in modo efficace sono temi che riescono a stregarmi, in qualsiasi forma vengano declinati.
4. Cos’è che più ti mette in imbarazzo o in difficoltà?
Saper affrontare l’imbarazzo è un punto di svolta. Sentirsi sciocco fa parte del percorso per ottenere qualcosa di importante, qualcosa di significativo. Più una decisione importante nella vita ti spaventa, più è probabile che tu abbia bisogno di prenderla.
Prima di diventare bravo in qualcosa e fare qualcosa di importante, ti troverai a provare da zero e sentirti un incapace.
Fortunatamente, io ho un giudice interno molto clemente e sono molto più propenso a uscire dalla comfort zone e sperimentare, piuttosto che immaginare situazioni di difficoltà o conseguenze catastrofiche.
Questo quindi per me è quasi un non-problema: e se non è una dote questa?
5. In che misura puoi contribuire alla vita degli altri?
Nessuno si aspetta che tu risolva i problemi del mondo da solo. Ma puoi contribuire e fare la differenza. E quella sensazione di fare la differenza dà un grande contributo al senso di realizzazione e quindi alla felicità.
Per vivere una vita felice e sana, dobbiamo aggrapparci a valori che sono più grandi del nostro piacere o della nostra soddisfazione personale.
È proprio questa convinzione che mi ha spinto a riflettere sulle possibilità che avevo a disposizione per ricreare il “vivaio di talenti” cui negli anni eravamo riusciti a dar forma in Neomobile, ed è con questo spirito che nascono il mio blog, il mio canale youtube e tutte le iniziative che sto mettendo in campo per supportare le persone a creare le loro imprese digitali.
6. Quante esperienze diverse hai provato negli ultimi 5/10 anni o in generale nella tua vita?
Quando mi sono fatto questa domanda la risposta istintiva è stata… “capirai, posso scriverci un libro!” ed effettivamente – come ti dirò tra poco – l’ho fatto!
Anche se poi non ho concentrato il contenuto sugli aspetti autobiografici ma piuttosto su ciò che ho appreso finora nella mia vita. Considerando che mi ritengo appena a metà del percorso: ho capito che era decisamente il momento di guardare ad esperienze diverse!
Sono convinto che non sia possibile immaginare realmente cosa si può provare di fronte a qualcosa, finché non lo si ha realmente provato. Nei miei primi vent’anni d’esperienza ho vissuto da imprenditore fino al midollo, e dopo aver optato per un periodo di pausa ho capito che in questa fase della mia vita volevo sperimentare qualcosa di diverso.
Imbattendomi nel concetto di solopreneur ho avuto l’illuminazione. Quale modo migliore di conciliare quella che era la mia mutata esigenza personale e professionale, con il mondo online, che ho sempre sentito come il vero sangue che scorre nelle mie vene!
7. Inizia pensando alla fine
Questa frase di Stephen Covey è una di quelle che mi è risuonata sempre più forte, nell’ambito delle letture sulla crescita personale e sull’autorealizzazione.
Ho iniziato quindi a seguire i consigli e ad immaginare la mia vita a ritroso.
Ma non posso ancora svelarti il finale, perché siamo giusto all’inizio!
A settembre uscirà in anteprima il mio libro, in cui racconto proprio il metodo che ho coniato e che permette a chiunque abbia una passione, una competenza specialistica o una esperienza di cui va fiero, di lanciare un business online di successo in sole 12 settimane. Con il Metodo A.S.S.I. basato sui quattro pilastri: Approccio, Strategia, Strumenti e Implementazione, aiuto le persone a creare la propria impresa online anche partendo da zero.
Per chi si iscrive ora, il libro in versione digitale sarà completamente gratuito.
Se sei curioso e vuoi saperne di più clicca qui.
Ti aspetto!
Claudio Rossi – Imprenditore e Business Coach